Giornate di studio in onore di Enrico Guidoni. Roma, 13/14 dicembre 2017

Enrico Guidoni. Architetto, storico, umanista. L’attualità del suo pensiero.

“Enrico Guidoni. Architetto, storico, umanista. L’attualità del suo pensiero”

Giornate di studi in onore di Enrico Guidoni
13/14 dicembre 2017
Aula Magna, Facoltà di Architettura “Valle Giulia”, Roma

Promuove e organizza:
Ordine degli Architetti di Roma

Associazione Storia della città. Centro Internazionale di Studi per la Storia della città
Consiglio direttivo: Stefania Aldini, Federica Angelucci, Clementina Barucci, Carla Benocci, Claudia Bonardi, Marco Cadinu, Teresa Colletta, Gabriele Corsani, Serena Dainotto, Elisabetta De Minicis, Chiara Devoti, Nicoletta Giannini, Antonella Greco, Giada Lepri, Teresa Marsala, Paolo Micalizzi, Paola Raggi, Stefania Ricci, Ettore Sessa, Ugo Soragni, Donato Tamblè

Con il sostegno della Rivista Nazionale “Storia dell’Urbanistica”, rappresentata da:
Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del territorio (Politecnico di Torino)
Dipartimento di Architettura (Università di Firenze)
Dipartimento di Architettura (Università di “Roma Tre”)
Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura (Sapienza-Università di Roma)
Dipartimento di Architettura (Università “Federico II” di Napoli)
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (Università di Cagliari)
Dipartimento di Patrimonio, Architettura, Urbanistica (Università Mediterranea di Reggio Calabria)

e della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (La Sapienza Università di Roma)

Con il patrocinio di:
Istituto Alcide Cervi, Museo Cervi e Biblioteca/Archivio Emilio Sereni
Sistema Museale di Ateneo, Università della Tuscia-Vt
Girne American University, Turkish Republic of Northern Cyprus

Mercoledì 13 dicembre

Enrico Guidoni a Roma, Ermeneutica e Storia dell’Arte

Ore 14,45
Registrazione CHECK/IN dei partecipanti

Ore 15,00
Saluti istituzionali

Prof. Giovanni Carbonara, emerito Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, Sapienza Università di Roma
Prof. Orazio Carpenzano, Direttore del Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
Prof. Carlo Bianchini, Direttore del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, Sapienza Università di Roma

Ugo Soragni (Direttore della Rivista “Storia dell’Urbanistica”), Intervento introduttivo

Enrico Guidoni a Roma

ore 16:00

La via Alessandrina in Borgo, costituiva una delle più importanti strade della Roma quattro‐cinquecentesca. Già Enrico Guidoni, in un magistrale saggio scritto con Giulia Petrucci, ne ha sottolineato le qualità urbanistico‐architettoniche, vedendo in essa un modello di “strada con doppio fondale” di eccezionale rigore compositivo. La relazione che mi propongo di presentare al prossimo convegno guidoniano è intesa a evidenziare la presenza di altri rapporti, non ancora completamente studiati, fra la strada stessa e le opere seicentesche che porteranno alla sistemazione di piazza San Pietro. In particolare verranno evidenziati, prima, i collegamenti diretti fra la via Alessandrina, il corridore Nord del colonnato berniniano e la Scala Regia, per poi procedere alla rilettura, alla luce di tali premesse, dell’intera logica compositiva del Colonnato e della piazza.

Ore 16:25

Lo scopo di questa indagine critica è quello di far luce sulla situazione immobiliare della Spina dei Borghi negli anni tra il 1848 ed il 1930, evidenziando un’interessante tematica circa l’esistenza di un modo di operare attuato da parte dei proprietari immobiliari e perpetrato fin quasi a ridosso delle distruzioni mussoliniane. La condizione del patrimonio immobiliare ed il ruolo ad esso riconosciuto, si sono desunti dalla lettura attenta dei documenti, in parte inediti, presenti nel carteggio contenuto nella documentazione del Comune Moderno Pontificio [fondo Titolo 54 preunitario (1848‐1870)] e del Comune Moderno postunitario [fondi Titolo 54 postunitario (1871‐1922) e Ripartizione V ‐ Lavori pubblici ‐ Ispettorato Edilizio (1887‐1930)] conservati nell’Archivio Storico Capitolino.

Ore 16:50

All’inizio del XVI secolo, a Roma, l’area compresa tra Porta del Popolo, le mura aureliane, il Tevere e le pendici del Pincio è oggetto di un urbanizzazione sistematica, che ha per principali attori da una parte le grandi istituzioni ecclesiastiche e laiche proprietarie di terreni come ad esempio l’Ospedale di San Giacomo in Augusta e i Frati Agostiniani, e dall’altra personaggi legati alla corte papale ed in particolare a Leone X, e che porterà alla nascita di quello che ancora oggi viene chiamato il Tridente romano. All’interno di quest’ultimo verranno create le piazze Monte d’Oro o Condopola, dell’Oca e degli Otto Cantoni, che seguono modelli appartenenti ad una tradizione fiorentina e europea, secondo un rigoroso schema economico basato sulle lottizzazioni delle aree, e che rappresentano quindi un’innovazione per Roma.

Ore 17:10

Il contributo intende approfondire un tratto delicato del tessuto urbano della Roma antica le cui stratificazioni sono state drammaticamente modificate nella prima metà del’900. Si pensi al profondo segno sul centro storico con la realizzazione della via dell’Impero, poi dei Fori Imperiali, che strappa il tessuto urbano stratificato nei secoli sui resti della città antica al fine di connettere piazza Venezia al Colosseo con uno scenario mai esistito il cui scopo è squisitamente propagandistico.Il tema, seppur dibattuto da numerosi contributi, verrà analizzato non soltanto nella sua componente topografica ma analizzando le trasformazioni nel convento di Santa Maria Nova nel suo passaggio ad area museale, e il rapporto con la via dell’impero segnato dagli interventi di Antonio Muñoz, focalizzando una interessante notizia che collega la realizzazione delle famose carte geografiche con i lavori all’interno del chiostro.

Ermeneutica e Storia dell’arte

ORE 17:30

L’intervento presenta i risultati di alcune recenti indagini su una delle opere più note e meno convincentemente interpretate del pittore veneto (1507‐09 c.). Ne sono oggetto una rivisitazione della enigmatica costruzione prospettica, di cui si dimostra, in contrasto con l’orientamento prevalente della critica, la sostanziale esattezza; la geometria della scacchiera pavimentale e la forma del basamento della Vergine, di cui si individua la possibile derivazione. Il modello architettonico cui il pittore potrebbe avere guardato induce a considerare nuovamente la capacità di Giorgione di evocare, attraverso la propria pittura, eventi di stringente attualità storica, con particolare riferimento, in questo caso, alla persecuzione degli ebrei ed ai cosiddetti omicidi rituali.

Ore 17:50

Il Sacro Bosco di Bomarzo è stato oggetto di uno studio decisamente innovativo di Enrico Guidoni, in cui sono state introdotte nuove chiavi interpretative che inseriscono lo straordinario complesso nel panorama europeo e ne sottolineano la matrice michelangiolesca, con nuove ipotesi attributive; lo sviluppo del metodo interpretativo guidoniano applicato alla villa di Papacqua ne conferma sia la validità sia le ipotesi attributive a vari artisti, operanti a Bomarzo e a Papacqua, ricostruendo per la prima volta in modo organico il significato dell’enigmatico complesso cimino.

Ore 18:10

L’intervento riguarda gli affreschi della Santa Casa di Loreto. Si tratta di una rilettura dell’opera, già attribuita a Luca Signorelli, incentrata sull’approfondita disamina del clima culturale e politico della fine del ‘400. Lo studio propone un’analisi nuova che tenga conto della volontà papale di rinforzare il proprio potere assumendo la Santa Casa come baluardo contro i turchi che premevano da Oriente, ma anche della realizzazione, da parte dell’autore, di temi iconografici eretici legati alla recente pubblicazione del volume di Matteo Palmieri “Citta di Vita”. Oltre a suggerire una nuova attribuzione, seguendo il metodo di Enrico Guidoni, si presentano rebus e firme nascoste che, con l’analisi stilistica, confermano il nome dell’ autore.

Ore 18:30

Nell’affresco della Disputa di San Tommaso d’Aquino, dipinto da Filippino Lippi in Santa Maria sopra Minerva, i presunti ritratti di Giorgione e del suo amico e seguace Giulio Campagnola, raffinato incisore padovano legato all’Umanesimo romano, che rivela nelle sue opere una cultura estremamente ricca ed eterodossa, nutrita di riferimenti ebraici e singolari suggestioni ermetiche, che restituiscono l’immagine di un artista tra i più originali e affascinanti, ma anche inquietanti e sfuggenti, del Rinascimento italiano.

Ore 19:00
Registrazioni CHECK/OUT dei partecipanti.

Giovedì 14 dicembre

Storia della città e territorio, Storia dell’architettura e città

Ore 9,45
Registrazioni CHECK/IN dei partecipanti.

ore 10,00
Daniela Esposito (Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, Sapienza Università di Roma), Introduzione alla giornata di studi

Storia della città e territorio

ore 10.30

Nella presentazione si metterà in evidenza la linea nuova di ricerca nel campo degli studi storici sulla città proposta da Enrico Guidoni e sulla proposta da lui avanzata di una Strumentazione scientifica e tecnica nuova di estremo interesse a disposizione degli storici dell’urbanistica, dalla quale sono scaturite importanti acquisizioni che hanno contribuito a fondare scientificamente una metodologia di studio dei fenomeni urbani e territoriali, secondo un approccio eminentemente storico‐ urbanistico. E’ proprio a questa specifica metodologia di studio delle città e dei tessuti storici, inclusi nel paesaggio urbano, che faremo riferimento sottolineando l’’importanza fondamentale di separare la periodizzazione delle trasformazioni urbane di una città storica da quelle della storia delle architetture e delle emergenze di quella stessa città. Ciò comporta una autonomia disciplinare della storia urbana e della città da analizzare, anche, secondo nuove fonti, per dimostrare come ogni città storica ha una sua storia urbana che può leggersi nella stratificazioni delle sue preesistenze.

Ore 11.00

Sulle colline di Langa, tra Tanaro e Bormida, le tre imponenti torri di Cortemilia, Castellino Tanaro e Roccaverano rappresentano la summa di una tecnica costruttiva in pietra che trova eco solo nelle chiese di età romanica, e sono modello di altre torri simili tra Piemonte meridionale e Liguria. Analisi delle condizioni politiche e culturali che permettono di interpretarle come segni primari della costruzione di nuovi paesaggi territoriali perseguita dalle rispettive dinastie signorili.

Ore 11.30

La struttura storica del territorio è composta, come è noto, da tracce a maggiore o minore grado di riconoscibilità, non di rado latenti, dei pregressi processi di messa a coltura, di organizzazione produttiva e, non da ultimo, di connessione funzionale attraverso sistemi infrastrutturali. Tali tracce rappresentano una sfida aperta per lo storico della città e del territorio, chiamato a ricomporre i talvolta labili lacerti di strutture un tempo ampiamente riconosciute e fortemente determinanti per gli assetti territoriali. Tra questi labili segni un posto di primo piano è occupato dalle commende (sia patronate, sia di libera collazione) che gli ordini equestri hanno fondato nel corso dei secoli, con uno sviluppo rilevante lungo l’età moderna. L’ordine dinastico di Casa Savoia, la Sacra Religione dei Santi Maurizio e Lazzaro, spicca in questo contesto per il numero elevato di fondazioni, poste sui territori transfrontalieri dei suoi stati (Savoia e Piemonte, Nizzardo), ma anche per “eredità” di strutture analoghe derivanti da precedenti ordini con analogo ordinamento in regioni all’esterno dei suoi territori, rappresentando un’istituzione dalla fortissima impronta territoriale. Il riconoscimento di queste logiche – perdute sin dal 1851 con l’esaurimento (per abolizione sovrana) della pratica dei «maggioraschi, primogeniture e commende» – rappresenta un elemento fondamentale per la comprensione dei palinsesti territoriali storici.

Ore 12.00

Il tratto distintivo degli studi di Enrico Guidoni sulla città europea, e in particolare sulla città medievale, è un raro connubio di metodo: alla conoscenza capillare dell’oggetto‐città, nella sua morfologia storica, si accompagna costantemente l’idea‐guida della struttura urbana come testo da leggere e decifrare. Parlare della città come «testo» significa parlare della città come pagina scritta, in cui si inscrivono – con procedure diverse col variare delle epoche, e tuttora solo in parte indagate – i segni pregnanti della cultura di appartenenza. Si passa così dalla valenza simbolica della città romana alla valenza simbolica della città cristiana (il caso‐Roma), all’indagine sulla morfologia planimetrica della città cristiana medievale (la «triangolazione» degli Ordini Mendicanti), alle incursioni nel vasto campo della città islamica, dove la struttura labirintica suggerisce la presenza di veri e propri ideogrammi‐calligrammi, quasi un «precipitato» urbanistico della calligrafia islamica come arte sacra.

Ore 12.30

Nella grande macchina dell’E 42 l’arte non aveva solo un ruolo celebrativo di quello che sarebbe dovuto essere un nuovo giubileo laico, ma aveva la funzione di supportare le visioni scenografiche per lo “stile dell’anno XX”. L’articolato programma artistico destinato agli esterni (le sculture del Palazzo della Civiltà, dei Congressi, degli Uffici con anche la sequenza delle fontane con mosaici pavimentali, del palazzo dell’Acqua e della Luce, della piazza delle Forze Armate e di piazza Imperiale), dovevano essere il centro motore del sistema di “rappresentazioni” che, come ha scritto Guidoni, la scena avrebbe dovuto ospitare. I gruppi scultorei, le testate in mosaico, persino le pitture supportano e dirigono la visione urbana che Guidoni decritta mirabilmente in un suo celeberrimo saggio, sottolineando il suo interesse per il ruolo dell’arte nella costruzione della città.

Ore 13.00

La dinamica delle trasformazioni in atto nei centri storici e nel paesaggio storico, con progressive intensità nell’ultimo cinquantennio, inducono ad ulteriori riflessioni sulla necessità di lettura dei contesti a fronte delle proposte progettuali. Una necessità che si rivela non più un solo dovere culturale legato alla proiezione alta del pensiero d’architettura e alla meditata esecuzione di proposte progettuali adeguate alla caratura storica dei luoghi; essa si presenta ormai nelle sue valenze strategiche, attraverso cui affrontare la cura e la tutela culturale di valori la cui essenza si definisce solo a seguito di studi specifici. I centri storici si presentano quindi come naturale contesto di studio in cui alla valutazione delle fasi di sviluppo, alla tutela del patrimonio monumentale, delle tipologie edilizie dell’abitare tradizionale si affianca la necessità di percepire e tutelare ulteriori categorie. La Storia dell’Urbanistica le interpreta in speciale modo quando, pur sfuggendo alla ordinaria catalogazione e al primo studio, evidenziano il loro ruolo nel concorrere a delineare l’essenziale costruzione della storia dei luoghi.

Ore 13.30

Preceduto da alcuni piani regolatori di nuova concezione, emblematici di una svolta nella cultura del progetto urbano (e quasi sempre redatti in relazione a partecipazioni a concorsi nazionali di una certa rilevanza), l’articolato e impegnativo programma di produzione edilizia e di pianificazione urbanistica promosso nell’ambito della formidabile operazione di regime finalizzata alla valorizzazione dei territori coloniali, ha una delle sue principali ragion d’essere nella maturazione, quasi a ridosso della fine del terzo decennio del XX secolo, di un diverso orientamento del regime fascista nei confronti dell’oltremare. Esso (soprattutto nelle nuove acquisizioni territoriali del ventennio, cioè l’Abissinia e l’Albania) si candidava, soprattutto in seguito alla svolta del regime del biennio 1931-1932 in materia di politica dell’immagine e di strutturate logiche programmatiche, ad assumere il ruolo di laboratorio progettuale per la maturazione, anche nell’architettura e nell’urbanistica dell’Italia fascista, di una linea italiana nell’ambito del fenomeno internazionale di rinnovamento della cultura del progetto; la necessità di rapide realizzazioni e la consapevolezza di un bacino di maestranze locali, nei territori dell’oltremare, ampio ma non particolarmente qualificato spingevano verso un’organizzazione di cantiere consona ad una modernità finalmente senza compromessi. È proprio con l’impegno nell’oltremare che una compagine di progettisti, in gran parte giovani (da Gherardo Bosio a Ignazio Guidi, da Cesare Valle a Guglielmo Ulrich, da Guido Ferrazza a Giovanni Pellegrini, da Adalberto Libera a Ferrante Orzali), si troverà a maturare un diverso profilo disciplinare in materia di progettazione urbanistica, liquidando definitivamente le remore passatiste o compromissorie insite nell’insegnamento a loro impartito in ambito accademico di Edilizia Cittadina e, al contrario, facendo della “Nuova Urbanistica” (pur in considerazione di alquante ambiguità e vincoli ideologici) una professione di etica e al tempo stesso di scienza della progettazione per la collettività.

Ore 14,00 – 15,00 Pausa pranzo

Storia dell’architettura e città

Ore 15.00

Le fonti d’archivio sono fondamentali per gli storici dell’architettura, dell’urbanistica e della città oltre che per la progettazione e il restauro. Come ci ha insegnato Enrico Guidoni la città e le sue architetture, stratificatesi nel tempo, lasciano tracce documentarie molteplici. Negli archivi pubblici e privati si trovano quindi le testimonianze dell’evoluzione e delle trasformazioni urbane e territoriali, delle strutture materiali, delle strade e piazze storiche, della regolamentazione e dell’uso dell’abitato. Lo studio delle città storiche in particolare si è giovato in modo sistematico delle fonti amministrative, notarili, catastali, cartografiche e iconografiche. Ne è derivata una rigorosa metodologia che incrocia i dati archivistici con la lettura diretta dei contesti architettonici e urbanistici, permettendo ricostruzioni e interpretazioni storiche di elevato spessore scientifico. Il metodo guidoniano ha prodotto così tutta una serie di strumenti di ricerca e studi storici, fra i quali si segnalano le piante ricostruttive, le tavole prospettiche, gli Atlanti storici delle città, le monografie sui catasti, le collane editoriali di “Storia della città”, “Storia dell’urbanistica”, “Il tesoro delle città” e le centinaia di tesi, saggi e volumi realizzati nell’ambito dell’insegnamento, della metodologia e della Scuola di Enrico Guidoni.

Ore 15.30

Il contributo si propone di presentare nuove conclusioni sullo stato delle fortificazioni in Calabria in età vicereale, tenendo conto di ultime ricerche e sintesi ancora inedite, di un Codice manoscritto tardo cinquecentesco e di recenti restauri su fortificazioni, che hanno consentito nuove letture sulle fasi di fine XVI secolo. Si parlerà pertanto di torri, castelli, cinte fortificate e del progetto di fortificazione della Calabria centro meridionale.

Ore 16.00

Il centro abitato di Capodimonte sorge su un accentuato promontorio che si protrae sul lago di Bolsena. Nel 1354 diviene possedimento della famiglia Farnese. La rocca Farnesiana fu interessata da importanti trasformazioni; l’ultima di queste fu realizzata tra il 1510 e il 1515 da Antonio da Sangallo il Giovane. A questo periodo risale inoltre l’espansione urbanistica della città. Tale sviluppo segue una logica di pianificazione urbana definita e unitaria, collegata al Vicus originario e alla Rocca stessa, che si pone come elemento di cerniera tra i due nuclei urbani.

Ore 16.30

Nell’ambito degli studi sull’architettura popolare italiana, la Sicilia ha sempre avuto un ruolo importante per la ricchezza delle sue tradizioni. Una tipologia abitativa a cratere rurale e assai diffusa in esemplari in grotta nell’area dei monti Iblei raggiunge, poi, una sua individualità costruttiva dalle innumerevoli varianti che hanno come denominatore comune l’articolazione interna degli spazi, la creazione di sistemi idrici autonomi, le tecniche costruttive che riflettono le caratteristiche geologiche locali.

Ore 17.00

Il paesaggio molisano è contraddistinto da una movimentata morfologia scandita da valli fluviali, da estesi boschi, formazioni rocciose e diffuse testimonianze storiche costituite dai centri urbani spesso sorti intorno a più antiche strutture fortificate. In questo particolare sistema insediativo acquistano rilevanza sia le più note e antiche vie di comunicazione, quali i tratturi, sia le loro diramazioni minori poco conosciute e quasi dimenticate. In alcuni casi il percorso viario non è scandito solamente da segni naturali e materiali, ma da sequenze di croci viarie e votive che nel loro insieme costituiscono un vero e proprio sistema che ancora oggi caratterizza e da valore al paesaggio storico. Così semplici resti di croci in legno, come pure croci in ferro battuto od anche lapidee, nella loro semplicità di realizzazione, testimoniano la devozione e la cura del territorio da parte delle popolazioni locali. La ricerca d’archivio e l’interpretazione di antiche cartografie, insieme ad una ricognizione sistematica sul territorio, hanno permesso al MiBACT di salvaguardare tali testimonianze storiche con appositi provvedimenti di tutela.

Ore 17.30

Nel 1993, Enrico Guidoni, commenta l’esigenza di creare un museo di nuovo tipo che possa ricostruire l’unità inscindibile che storicamente lega la città alla campagna attraverso lo studio e la conservazione dei materiali e delle tradizioni costruttive ,contribuendo così ad una nuova coscienza dei valori storico‐ambientali.Il Museo della Città e del Territorio, che ha avuto in Vetralla il prototipo di questo progetto, è oggi parte del Sistema Museale dell’Ateneo della Tuscia. A ventiquattro anni dalla sua costituzione nuove prospettive, nuovi mezzi di comunicazione rilanciano un progetto sempre attuale.

Enrico Guidoni tra scienze umane e poesia

Ore 18.00

Un’ipotesi sul significato assunto dalla poesia all’interno di un’opera, quale quella scientifica e didattica di Enrico Guidoni, da essa apparentemente lontana. Che non si sia trattato di un’attività parallela alla ricerca e ad essa estranea, quanto piuttosto di una sorta di metodologia implicita e sorgiva che alla ricerca garantiva inesauribile originalità tematica, espressiva e progettuale.

Ore 19,00
Registrazioni CHECK/OUT dei partecipanti.

Nel corso del 2017, anno dedicato agli studi di Enrico Guidoni a dieci anni dalla sua scomparsa si sono svolte le seguenti manifestazioni

1/20 gennaio 2017 – TORINO, Castello del Valentino, Salone d’Onore
Politecnico di Torino, Scuola di Specializzazione in “Beni Architettonici e del Paesaggio”- DIST (Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio).
Presentazione della Rivista “ Storia dell’Urbanistica”, 7, 2015, dal titolo “Fare urbanistica tra XI e XIV secolo” a cura di Claudia Bonardi. Castello del Valentino, Sala delle Colonne. Inaugurazione della Mostra “Il segno delle Esposizioni nazionali e internazionali nella memoria storica delle città”, promossa dal CESARCH e Associazione Storia della Città, a cura di Stefania Aldini e Stefania Ricci (Associazione Storia della Città).

2/7-8 aprile – CAPRI, Salone del Centro Caprense Ignazio Cerio, Piazzetta Ignazio Cerio
Associazione Storia della Città con il Patrocinio dell’Istituto Italiano dei castelli-Sezione Campania e del Centro Di Storia e Cultura Amalfitana.
Giornata di Studio su “Conoscere, conservare, valorizzare il patrimonio di Torri, Castelli e Fortificazioni del Mezzogiorno” a cura di Teresa Colletta (Università di Napoli). Presentazione del volume “Case e torri medievali, IV. Indagini sui centri dell’Italia meridionale e insulare (secc.XI-XV)”, a cura di Elisabetta De Minicis (Università della Tuscia).

3/12-13 maggio – VETRALLA, Museo della città e del territorio, Via di Porta Marchetta
Associazione Storia della Città, Sistema Museale dell’Università della Tuscia, con il Patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Vetralla.
VII Convegno di Studi sui Centri Storici della Tuscia “Se la terra trema… Piani particolareggiati e progetti di ricostruzione” a cura di Elisabetta De Minicis. Inaugurazione della Mostra “I punti di vista e le vedute di città dal XIII al XX secolo” con introduzione ai temi della mostra di Marco Cadinu (Università di Cagliari).

Cerimonia d’intitolazione di una strada del centro storico di Vetralla ad Enrico Guidoni.

4/25 ottobre – ROMA, Facoltà di Architettura “Valle Giulia”, Aula Fiorentino
Giornata di Studi su “I Farnese e la città. Esperienze urbanistiche nell’alto Lazio nel XIV sec.“, a cura di Federica Angelucci (Università di RomaTre) e Giada Lepri (La Sapienza Università di Roma)

5/24 novembre – FIRENZE, Aula Magna del Rettorato
Associazione Storia della Città, Dipartimento di Architettura (DIDA) Università di Firenze.
Convegno su “I catasti per la storia della città: metodologie e prospettive”, a cura di Paola Raggi (Università di Firenze)

Si ricorda, inoltre, la settimana della Summer School intitolata ad “Enrico Guidoni” che si è svolta dal 2 al 22 settembre 2016.

Sono in corso di stampa:

Il Tesoro della città, Strenna dell’Associazione, dedicata ad Enrico Guidoni, con una serie di interventi dei Dottori di Ricerca in Storia della città, dottorato da lui diretto

Un volume (Supplemento della Rivista “Storia dell’Urbanistica”, curato da Ugo Soragni, Guglielmo Villa) con la Bibliografia completa di Enrico Guidoni

26 gennaio 2018 Castel Gandolfo (Roma), Giornata di Studi su “La memoria del paesaggio del territorio compreso tra i due laghi Albano/Castel Gandolfo – Nemi, attraverso le architetture dei primi quarant’anni del ‘900”, a cura di Stefania Ricci (Associazione Storia della Città)