Il libro di Carla Benocci, Gli Sforza e gli ebrei a Santa Fiora dal XV agli inizi del XIX secolo, edito nelle Edizioni dell’Assemblea del Consiglio Regionale della Toscana, è adesso alla seconda ristampa e a distribuzione gratuita.
Santa Fiora è un borgo toscano che gode di un’autonomia normativa, fiscale e religiosa dalle origini fino all’unità d’Italia, consentendo agli ebrei, insediati almeno dal XV secolo, di condurre una vita attiva come parte della stessa comunità cittadina. Nel 1539 il papa Paolo III Farnese concede infatti la piena autonomia da ingerenze laiche e religiose non solo alla sua famiglia che possiede la contea (la figlia Costanza Farnese ha sposato Bosio II Sforza) ma a tutta la comunità, ebrei compresi: nella cittadina non viene costruito alcun ghetto (il nome è dato ad una parte del terziere di Borgo, non separato dall’abitato e privo di porte e mura proprie), non gradito alla comunità, coesa e orgogliosa dei propri diritti, anche quando gli Sforza non godono più di una situazione privilegiata. Sulla base della documentazione esistente e della valutazione degli immobili conservati e scomparsi, è indicato il luogo dove ha avuto sede la Sinagoga, insieme ai macelli e agli altri siti cittadini della comunità ebraica.
Il libro è consultabile on-line sul sito delle Edizioni dell’Assemblea del Consiglio Regionale della Toscana e distribuito gratuitamente su richiesta allo stesso Consiglio compilando la seguente scheda